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“… Pietre sul cammino? Le custodisco tutte, un giorno ci costruirò un castello…” (Fernando Pessoa)

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Perché scegliere l’autobiografia? 

Raccontare storie  vuol dire interpretare il mondo. Riscrivere la propria storia ci immette nella vita delle relazioni con gli altri, ci dona il piacere profondo di dare senso alla nostra vita, ci forma.
Il metodo autobiografico è pensato per offrire alle persone un momento per dedicarsi a sé, attraverso un ascolto rivolto anche agli altri.
Esso realizza un duplice progetto formativo: una ricerca centrata sul sé e allo stesso tempo un percorso di apprendimento intellettuale.

Come fare?

Il lavoro con il metodo autobiografico consta generalmente di un numero di incontri che varia dai 3 ai 7.
Nel corso degli incontri ciascun soggetto, attraverso la narrazione di sé,  sviluppa una “auto-conoscenza” che diviene “presa di coscienza”.
L’ascolto del racconto della propria e altrui storia si fa esperienza che “migliora la capacità e la propensione della persona all’auto-riflessione, alla comprensione dei propri processi cognitivi, al riconoscimento dell’altro, all’ascolto non-giudicante, all’attenzione critica”(L. Formenti, 2002).
L’autobiografia, infine, ha il potere di dar voce alla vita quotidiana delle persone. Essa è rivolta a tutti coloro che desiderano dedicarsi alla cura di sé entrando in dialogo con la propria interiorità, guardandosi nella relazione con gli altri; proprio nell’atto di raccontare di noi stessi è agli altri che ci rivolgiamo e nella dimensione dell’incontro con l’Altro diverso da sé la nostra vita acquista un nuovo senso e una nuova progettualità.
L’autobiografia ci riappacifica con noi stessi e con il mondo.